Quarto Giorno

Quarto giorno della Novena alla Divina Misericordia. In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.>> (cfr Mt 28,8-15). “Buona Pasqua”! È questo l’augurio che è risuonato e risuona per tutta questa settimana che, liturgicamente, è considerata come un unico giorno, proprio per sottolineare l’assoluta novità e solennità dell’evento della Risurrezione di Gesù. “Buona Pasqua!”. Propongo di fermarci e riflettere sul contenuto di queste due parole. Chiediamoci: Cosa auguro agli altri con questo saluto pasquale? Proviamo ad andare oltre il saluto convenzionale… Ma più che rompersi la testa per elaborare chissà quale risposta, mettiamoci alla sequela del Crocifisso Risorto. In questi cinquanta giorni del “Tempo pasquale” ascoltiamo, con particolare attenzione, la Parola di Dio per cogliere, ed accogliere!, la “buona notizia – appunto l’ – espressa in queste due parole: “Buona Pasqua”. Senza seguire un ordine prefissato, le prime parole che voglio evidenziare sono: “Timore” e “gioia grande”. Dinanzi alla “tomba vuota”, dinanzi all’evento della risurrezione di Gesù , emergono i “sentimenti” più profondi che l’essere umano sprigiona. Il “Mistero” incute paura e nello stesso tempo attira, ti coinvolge ed avvolge: è “tremendum et fascinosum”. Da una parte c’è il timore quasi di non credere a ciò che è accaduto, dall’altra la gioia per la realtà che si constata: la tomba vuota e il Crocifisso Risorto. Gesù ci rassicura, così come ha fatto con le donne: «Non temete; andate ad annunciare …». “Buona Pasqua!”, allora è un invito ad andare oltre la “paura”, qualunque volto essa abbia, compresa quella terribile del covid 19. <>. “Buona Pasqua!” P. Antonio Santoro omi. (Ricordo che pregando la Coroncina alla Divina Misericordia, alle condizioni prescritte dalla Chiesa – confessione sacramentale appena possibile, comunione e preghiera per il Santo Padre – si può ottenere l’indulgenza plenaria applicabile a sé o ai defunti).