Frammenti di luce

Frammenti di Luce. 1

3 Ottobre 2024. XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B. << In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!»…>>  (cfr Mc 10,17-30). *L’intento dell’evangelista Marco è centrare l’attenzione sulla radicalità della sequela e, quindi, “decidersi” per Gesù. *Il “tale” di cui parla il Vangelo di oggi è un giovane (cfr Mt 19,19). Un giovane davvero bravo, moralmente corretto: era fedele ai comandamenti! Un giovane certamente colpito, forse anche affascinato dalla persona di Gesù. Ma dinanzi alla prospettiva di “lasciare” le cose, le “ricchezze”, si tira indietro.  *Alla luce di questo episodio comprendiamo in cosa consiste l’identità del cristiano. Essa si caratterizza non per una scelta etica o una scelta di povertà materiale, ma per la “scelta radicale” di Gesù.». «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». La fede-fiducia in Gesù deve essere senza condizioni, senza calcoli di “dare” e “avere”. Il rapporto con Dio non è un “rapporto commerciale”. Il rapporto con Dio in Gesù, invoca la gratuità! “Cosa devo fare per avere…”. Ecco la fede “commerciale” di quel “tale”. E come è la nostra fede? Faccio qualcosa di buono per ottenere qualcosa da Dio? O, invece, mi lascio attrarre dallo sguardo di Gesù e lo seguo?   *«Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse…».  Amare è rispettare la decisione altrui… “Lasciarsi guardare” è cogliere ed accogliere l’amore di ti chi guarda … *Per Gesù il cristiano è chiamato a donare la sua vita mettendola a servizio dei suoi simili in umanità: «Và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.». Notiamo qui l’imponderabile mistero del rapporto della “chiamata” e della “libertà umana”… È una sfida quotidiana, nelle grandi e nelle ordinarie scelte della nostra esistenza. Se ci lasciamo guardare da Gesù, corrispondendo al suo sguardo, la “libertà” viene purificata e finalizzata a compiere il bene secondo la volontà di Dio. Con questa consapevolezza, preghiamo: << Santo Spirito, fa’ che io mi lasci guardare da Gesù, perché la mia fede nasca e rinasca sempre dal suo sguardo d’amore che mi attrae …>> Serena Domenica! P. Antonio Santoro omi

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