Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».>> (cfr Mc 12,28b-34). Leggendo e meditando ancora una volta questo Vangelo, mi sono chiesto quale è il “modello relazionale dell’amore” a cui Gesù fa riferimento nel suo insegnamento sull’amore a Dio e al prossimo, mettendoli insieme rispetto all’Antico Testamento. Egli, nel Vangelo di Giovanni, andando oltre, precisa la “misura” di questo amore – e sta qui la “novità” del suo “comandamento nuovo” – : «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati» (Gv 13,34; 15,12), ossia senza misura, «fino alla fine» (Gv 13,1). Gesù chiede a noi esseri umani di amarci così non per un obbligo morale esterno alla nostra “natura” umana, ma proprio per l’identità più profonda di ogni persona umana, perché “creata ad immagine e somiglianza di Dio” (→Genesi 1,26. E nel Libro della Sapienza 2, 23: «Dio ha creato l’uomo per l’immortalità; lo fece ad immagine della propria natura»).Egli, nella Storia della Salvezza, si è rivelato Amore-Trinità-Comunione di Persone. In merito, mi sembra illuminante quanto afferma San Giovanni Paolo II, nella Lettera apostolica sulla “Dignità e la vocazione della donna” (“Mulieris dignitatem”): <<Dire che l’uomo è creato a immagine e somiglianza di questo Dio vuol dire che l’uomo è chiamato ad esistere «per» gli altri, a diventare un dono. Ciò riguarda ogni essere umano, sia la donna che l’uomo, i quali lo attuano nella peculiarità propria dell’una e dell’altro. Nell’ambito della presente meditazione circa la dignità e la vocazione della donna, questa verità sull’essere umano costituisce l’«indispensabile punto di partenza» Già il “Libro della Genesi” permettere di scorgere, come in un primo abbozzo, questo carattere sponsale [cioè di dono sincero, genero e gratuito si sé] della relazione tra le persone.>> (n. 7). In questo giorno in cui si celebra la “Festa della donna”, fa bene a tutti riflettere e trarre le dovute, logiche conseguenze, circa l’identità più profonda e costitutiva di ogni donna, così pure di ogni uomo: rispetto, uguaglianza in una logica sponsale ed etica del dono di sé, ispirati dallo stile e allo stile relazionale di Gesù: «amatevi come io vi ho amati». Che vocazione stupenda! Facciamo ciascuno la nostra parte, e il sogno diventa realtà! Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, convertici allo stile relazionale di Gesù >>. In questo stile, buon cammino! P. Antonio Santoro omi

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