Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< Figlioli, questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal Maligno e uccise suo fratello. E per quale motivo l’uccise? Perché le sue opere erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste. Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui. In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.

In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio.>> (1Gv 3,11-21). Questo è un brano molto denso di contenuti. Leggiamolo e rileggiamolo con calma, sottolineando l’espressione che, qui ed ora, ci colpisce e attrae la nostra attenzione e sensibilità spirituale. «In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.». Sono chiamato ad “amare” perché, prima, io sono stato amato, vengo amato da Dio nel dono di sé nel Figlio Gesù. In questa luce, comprendiamo più a fondo la veridicità della ben nota espressione: “Amo dunque sono”; e, in modo più incisivo: “Sono amato dunque esisto”. Al di là dei tanti ragionamenti che possiamo, e forse dobbiamo pur fare; al di là dei tanti fallimenti nell’accogliere e nel donare amore, dobbiamo “arrenderci” dinanzi a questa verità: «Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte.».  L’«amore» vero è della stessa natura di Dio, che è Amore (cfr 1Gv 4,8.16) e genera vita e vita eterna fin da quaggiù! Lo sappiamo per esperienza. A volte amare costa, anche un piccolo gesto d’amore richiede la morte del nostro «io», ma è un passaggio obbligato per risorgere a nuova vita: è questo un dinamismo continuo e rigenerante dell’amore! È questa un’esperienza sempre nuova, inedita, del passaggio dalla morte alla vita, perché poniamo un atto d’amore: un gesto, una parola, una preghiera… Con questa ravvivata consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, Amore e Signore della Vita, tieni viva in noi la fiammella dell’amore vero, e godiamo già della vita eterna … >>.

 Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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