Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome. Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno. Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre. Ho scritto a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno. Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma viene dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno! >> (cfr 1Gv 2,12-17).  La «concupiscenza», di per sé non è peccato, ma è un desiderio smodato, conseguenza del peccato originale. Il “Catechismo della Chiesa Cattolica” così definisce questa tendenza: << La «concupiscenza», nel senso etimologico, può designare ogni forma veemente di desiderio umano. La teologia cristiana ha dato a questa parola il significato specifico di moto dell’appetito sensibile che si oppone ai dettami della ragione umana. L’Apostolo san Paolo la identifica con l’opposizione della «carne» allo «spirito».  È conseguenza della disobbedienza del primo peccato. Ingenera disordine nelle facoltà morali dell’uomo e, senza essere in se stessa una colpa, inclina l’uomo a commettere il peccato.>> (2515). La “concupiscenza” non si attua per un determinismo cieco, ma per l’assenso dato dalla libertà di ogni essere umano: fermo restando che il “giudizio morale” degli atti umani deve tener conto delle condizioni e soprattutto dei “condizionamenti” in cui si trova la persona. Il modo migliore per gestire positivamente la “concupiscenza” è orientare le proprie risorse secondo la “logica del dono”, arginando così la tendenza all’appropriazione di cose e persone. È evidente che occorre educarsi ed educare – adulti, fanciulli, adolescenti, giovani … – al dono di sé, alla preghiera, alla purificazione della mente e del cuore, alla temperanza … se si vuole vincere ogni forma di “concupiscenza”. È una sfida continua, una “lotta spirituale quotidiana” … Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, ravviva in ogni persona, soprattutto se cristiana, il desiderio di vivere nel dono sincero di sé >>.

 Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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