Frammenti di luce

Frammenti di Luce

<< Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».

Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,

e non abbandonarci alla tentazione». >> (Lc 11,1-4). Ognuno di noi ha una sua idea di preghiera perché ha una sua idea di Dio e, condizionato da un certo modo di considerare Dio, si pone in relazione con Lui, cioè “prega” o “non prega”, ignorandoLo e/o negandoLo. Molte e molte volte ho sentito espressioni come questa: Prego quando mi sento… Se prego solo quando mi sento, bisogna riconoscere che al centro non c’è Dio, ma io, il mio io! E poi c’è da chiedersi: a che livello io sento o non sento di pregare? Sono convinto che dobbiamo educarci ad “ascoltare” il nostro “sentire”: la sua profondità, la sua intensità, la sua durata. Se non ci alleniamo ad ascoltare la profondità del nostro sentire non potremo mai cogliere la presenza in noi dello Spirito Santo; quello Spirito <<mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!».>> (Rm 8, 15b). Quello Spirito che <<viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri ineffabili; e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli intercede per i santi secondo il volere di Dio.>> (Rm 8, 26b-27). Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Signore Gesù, insegnaci a pregare col dono del tuo Spirito mediante il quale possiamo gridare: Abbà, Padre!>>. Serena giornata!

 P. Antonio Santoro omi

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