Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». >> (cfr Mt 19,3-12). Considerata la ricchezza e l’importanza dei contenuti del testo evangelico, offro uno spunto di riflessione soltanto su questa espressione: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così». Due considerazioni. La prima. Mosè, prescrivendo l’atto o libello di ripudio tentava di limitare gli abusi di una mentalità e di una prassi divorzista e le deleterie conseguenze anche etiche (perché esponevano la moglie al peccato, unendosi ad un altro uomo senza aver avuto l’atto di ripudio del marito precedente). Infatti, “la donna, avuto l’atto di ripudio, era libera di sposare un altro uomo, senza che il marito precedente avesse il diritto di reclamarla, come capitava prima” (Poppi). Seconda considerazione. Nonostante i ragionamenti degli interlocutori di Gesù (di ieri e di oggi), la “sklerokardìa”, la <durezza di cuore>, impedisce di <vedere>, <accogliere> ed <obbedire> a quella verità già presente nell’ordine della creazione, cioè nel disegno creativo di Dio sul matrimonio. San Paolo, nella lettera agli Efesini, esortandoli a rivestire l’<uomo nuovo>, descrive brevemente e con chiarezza cosa può comportare la <durezza di cuore>. <<Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore. Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile. Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera>> (Ef 4, 17-24). San Paolo indica anche come uscire dalla “durezza del cuore”. A tal proposito, il biblista B. Maggioni afferma: << Il primo presupposto per uscire dalla durezza di cuore è l’apertura al mistero di Dio. Nell’Antico Testamento la “sclerocardìa” non riguarda anzitutto i rapporti interumani, ma il rapporto con Dio [cf. Ger 4, 4; Ez 3, 7; Deut 10, 16; Sir 16, 9]: i rapporti interumani ne sono la conseguenza. Non a caso in Marco 16, 14 la “sclerocardìa” è accostata alla incredulità. La redazione di Matteo su questo tema è ancora più chiara di Marco. Ai discepoli che si meravigliavano di fronte alla sua lettura dell’esperienza matrimoniale, Gesù risponde: “Non tutti comprendono questa parola, ma solo coloro ai quali è data> (19,11). L’amore, come il mistero di Dio, è una realtà che svela il suo significato solo a chi è in ascolto>>. La “sklerokardìa” può essere superata grazie all’amore sponsale e redentivo di Cristo, come afferma S. Giovanni Paolo II nella “Familiaris consortio”: <<Egli [Cristo] rivela la verità originaria del matrimonio, la verità del “principio” e, liberando l’uomo dalla durezza del cuore, lo rende capace di realizzarla interamente…>> (n. 13). Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, ti affidiamo ogni coppia di fidanzati e sposi, perché nell’apertura al mistero di Dio Amore, colgano e vivano sempre più la loro vocazione all’amore, iscritta nel loro cuore fin dalla creazione, specificata nel sacramento del matrimonio e potenziata e resa feconda con la grazia nuziale>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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