Frammenti di Luce.
<< In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».>> (Mt 5,1-12a). *Il brano di quest’oggi, le Beatitudini, fa parte ed apre il lungo discorso di Gesù, detto “discorso della montagna” (Mt 5-7). *I destinatari del discorso sono i discepoli e la folla tutta, ma nella prospettiva del discepolato: cioè dell’andare dietro a Gesù. *L’intento dell’evangelista Matteo è dimostrare, attraverso il “discorso della montagna”, che Gesù non è venuto ad abolire la “Torà” dell’Antico Testamento – cioè, la Legge e i Profeti – bensì a compierla (5, 17), a realizzarla fin nei suoi più piccoli dettagli. *Per Matteo, è Gesù la Torà vivente. *Parlando o pensando al “discorso della montagna”, ci si riferisce, quasi sempre, alle beatitudini, ritenendo che queste costituiscano il messaggio centrale, il nucleo di tale “discorso” di Gesù. Invece, se leggiamo attentamente tutto il discorso contenuto nei capitoli 5 – 7 di Matteo, ci rendiamo conto che Gesù ci rivela un segreto che costituisce il messaggio-rivelazione centrale di tutto il discorso: “Gesù ci rivela Dio come Padre nostro”. La rivelazione della paternità divina è posta al cuore del discorso della montagna: Gesù insegna il Padre nostro (Mt 6, 7 – 15) ed esorta, educa ad affidarsi, ad abbandonarsi alla divina provvidenza di Dio Padre (6, 19 – 7, 12); quindi, chiamati a vivere da figli di Dio! *In quest’ottica possiamo leggere le Beatitudini nella prospettiva della filiazione divina e, quindi, della fraternità universale, perché figli dell’unico Dio e Padre. *Le Beatitudini ci presentano l’identikit di Gesù e, quindi, di quanti si mettono alla sua sequela: singoli, sposi, famiglie, comunità… *Pertanto, possiamo leggere le Beatitudini nella prospettiva della radicale vocazione all’amore nella sequela di Gesù. *Inoltre, possiamo leggere le Beatitudini secondo una prospettiva antropologica, cogliendo in esse la presentazione dell’uomo nuovo, quindi una “nuova antropologia” alla luce della filiazione divina e della sequela di Gesù che, nel dono dello Spirito Santo, rende possibile vivere da creature nuove. *Gesù nelle Beatitudini ci presenta i nuovi valori, la nuova Legge, quella dello Spirito, quella che deve guidare, nutrire, caratterizzare le relazioni tra i membri del nuovo popolo della Nuova Alleanza. *Le Beatitudini, dunque, non ci presentano un’etica universale, cosiddetta laica, ma un’etica della creatura nuova, rigenerata in Cristo e nello Spirito. Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, insegnaci ad accogliere e vivere sulla scia luminosa del “discorso della montagna” … >>. Serena Domenica!
P. Antonio Santoro omi