Frammenti di Luce. 28 Agosto 2022. Sant’Agostino (354-430).
<< Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».>> (cfr Lc 14,1.7-14). Oggi, Gesù ci fa una bella lezione di “umiltà”. In un tempo in cui è molto forte la tendenza ad apparire e ad avere per essere “visti”, “considerati”, accettati nella cerchia di chi “conta” o ritiene di “contare”, l’<umiltà> è una virtù che nei fatti è molto poco amata. Invece, quanta saggezza e sorgente di bene c’è in chi è umile! La persona umile non si considera più di quanto dovrebbe. L’umile ha una oggettiva e serena visione di sé: dei suoi pregi, doni e dei suoi limiti. Egli sa riconoscere e valorizzare gli altri e quanto di positivo c’è in loro, e ne comprende anche limiti ed errori. L’umiltà edifica autentiche personalità e comunità sia in ambito familiare che ecclesiale e sociale. Desidero concludere questi spunti di meditazione con una preghiera, che è una testimonianza di autentica umiltà, di sant’Agostino di cui oggi ricorre la memoria liturgica. <<Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace>> (S. Agostino, “Confessioni” 10.27). Invocando la virtù dell’umiltà, serena domenica! Auguri e la nostra corale preghiera a chi porta il nome di Agostino.
P. Antonio Santoro omi