Frammenti di luce

Frammenti di Luce. 13 Aprile 2022.

Mercoledì Santo. <<Mi sento venir meno. Mi aspettavo compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati. Mi hanno messo veleno nel cibo e quando avevo sete mi hanno dato aceto. >> (cfr Salmo 68/69). << In un episodio di quei primi mesi del 1944 abbiamo una nuova comprensione di Gesù Crocifisso. In una circostanza veniamo a sapere che il più grande dolore che Gesù ha sofferto, e quindi il suo più grande atto d’amore, è stato quando in croce ha sperimentato l’abbandono del Padre: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46). Siamo profondamente toccate da questo. E la giovane età, l’entusiasmo, ma soprattutto la grazia di Dio, ci spingono a scegliere proprio lui, nel suo abbandono, quale via per realizzare il nostro ideale d’amore. «Da quel momento, ci è parso di scoprire il suo volto dovunque. Egli, che aveva sperimentato in sé la separazione degli uomini da Dio e fra loro, e aveva sentito il Padre lontano da sé, fu da noi ravvisato non solo in tutti i dolori personali, che non sono mancati, e in quelli dei prossimi, spesso soli, abbandonati, dimenticati, ma anche in tutte le divisioni, i traumi, gli spacchi, le indifferenze reciproche, grandi o piccole: nelle famiglie, fra le generazioni, fra poveri e ricchi; nella stessa Chiesa a volte; e, più tardi, fra le varie Chiese; come in seguito, fra le religioni e fra chi crede e chi è di diversa convinzione. «Ma tutte queste lacerazioni non ci hanno spaventato; anzi, per l’amore a lui abbandonato, ci hanno attratto. Ed è stato lui ad insegnarci come affrontarle, come viverle, come concorrere a superarle quando, dopo l’abbandono, aveva rimesso il suo spirito nelle mani del Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito», dando così all’umanità la possibilità di ricomporsi in sé stessa e con Dio, e indicandole il modo. Egli ci si è manifestato perciò chiave dell’unità, rimedio a ogni disunità. Egli era colui che ricomponeva l’unità fra noi, ogni qualvolta si fosse incrinata. Egli era colui nel quale riconoscevamo e amavamo le grandi, tragiche divisioni dell’umanità e della Chiesa. Egli è divenuto il nostro unico Sposo. E la nostra convivenza con un tale Sposo è stata così ricca e feconda che mi ha spinto a scrivere un libro, come una lettera d’amore, come un canto, un inno di gioia e di gratitudine a lui.>>. Con Gesù impariamo a pregare donandoci: <<Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito>>.  Buona Settimana Santa!

P. Antonio Santoro omi

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