Frammenti di Luce. 5 Aprile 2022.
<< In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.>> (cfr Gv 8,21-30). <<Soffrire “per amore di …” ꞊ “Sofferenza significativa” >>. Nelle nostre meditazioni sul valore salvifico della sofferenza, penso che, in merito, sia molto interessante ed utile ascoltare e accogliere la riflessione che ci viene offerta dalle scienze umane. Cito quanto afferma Victor Frankel (neurologo, psichiatra, fondatore della logoterapia, sopravvisse alla drammatica e dolorosa esperienza dei lager nazisti di Auschwitz e Dachau) nel suo libro “Homo patiens” . <<Bisogna accettare il dolore. Ma per poterlo accogliere ed accettare, devo intenderlo … Solo che, per poter intendere il dolore, devo trascenderlo. In altre parole, io posso intendere il dolore, posso soffrire in modo significativo solo se soffro per amore di qualcosa o di qualcuno. Cosicché il dolore, se deve essere pieno di significato, non può essere fine a se stesso. Momentaneamente ogni disposizione a soffrire, a sacrificarsi si trasformerebbe in masochismo. Una sofferenza significativa è una sofferenza “per amore di …”. Mentre noi lo accettiamo, non solo lo intendiamo, ma attraverso di esso noi intendiamo qualcosa che non è ad esso identico: noi trascendiamo il dolore. Una sofferenza significativa è rivolta sempre oltre se stessa. Essa ci porta ad un qualcosa “per amore del quale” noi soffriamo. In una parola, un soffrire pieno di significato vero e proprio che è il sacrificio. L’Analisi Esistenziale, quale psicoterapia, si trova costantemente dinanzi all’interrogativo di analizzare esistenzialmente la sofferenza nelle sue possibilità di significato. Si tratterà – per usare la felice espressione di Paul Polak – di “dotare il dolore di significato”. E tale dotazione-di–significato non raramente e non ultimamente otterrà lo scopo di consacrare il dolore come sacrificio >>. In questa prospettiva, che è profondamente umana e, nello stesso tempo, spirituale, possiamo cogliere, anche dal punto di vista umano, il significato del dolore-sacrificio di Cristo Gesù e di ogni altra creatura, quindi anche della nostra esperienza di sofferenza che speriamo sia “significativa” … Con questa consapevolezza, preghiamo: << Signore, ascolta la mia preghiera, a te giunga il mio grido di aiuto. Non nascondermi il tuo volto nel giorno in cui sono nell’angoscia. Tendi verso di me l’orecchio, quando t’invoco, presto, rispondimi! >> (Dal Salmo 101/102). Buon cammino di Quaresima!
P. Antonio Santoro omi