Frammenti di luce

Frammenti di Luce. 29 Marzo 2022.

<<Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. >> (cfr Gv 5,1-16). << Questo è il senso veramente soprannaturale ed insieme umano della sofferenza. E’ soprannaturale, perché si radica nel mistero divino della redenzione del mondo, ed è, altresì, profondamente umano, perché in esso l’uomo ritrova se stesso, la propria umanità, la propria dignità, la propria missione. La sofferenza certamente appartiene al mistero dell’uomo. Forse essa non è avvolta quanto lui da questo mistero, che è particolarmente impenetrabile. Il Concilio Vaticano II ha espresso questa verità che «in realtà, solamente nel mistero del Verbo Incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. Infatti…, Cristo che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione» (Gaudium et spes 22). Se queste parole si riferiscono a tutto ciò che riguarda il mistero dell’uomo, allora certamente si riferiscono in modo particolarissimo all’umana sofferenza. Proprio in questo punto lo «svelare l’uomo all’uomo e fargli nota la sua altissima vocazione» è particolarmente indispensabile. Succede anche — come prova l’esperienza — che ciò sia particolarmente drammatico. Quando però si compie fino in fondo e diventa luce della vita umana, ciò è anche particolarmente beato. «Per Cristo e in Cristo si illumina l’enigma del dolore e della morte» (Gaudium et spes 22).>> (Salvifici Doloris 31). Con questa consapevolezza, preghiamo: << Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. >> (cfr Sal 22,1-2). Buon cammino di Quaresima!

P. Antonio Santoro omi

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