Frammenti di Luce. 10 Gennaio 2022.
<< C’era un uomo di Ramatàim, un Sufita delle montagne di Èfraim, chiamato Elkanà … Aveva due mogli, l’una chiamata Anna, l’altra Peninnà. Peninnà aveva figli, mentre Anna non ne aveva. Quest’uomo saliva ogni anno dalla sua città per prostrarsi e sacrificare al Signore degli eserciti a Silo, dove erano i due figli di Eli, Ofni e Fineès, sacerdoti del Signore. Venne il giorno in cui Elkanà offrì il sacrificio. Ora egli soleva dare alla moglie Peninnà e a tutti i figli e le figlie di lei le loro parti. Ad Anna invece dava una parte speciale, poiché egli amava Anna, sebbene il Signore ne avesse reso sterile il grembo. La sua rivale per giunta l’affliggeva con durezza a causa della sua umiliazione, perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo. Così avveniva ogni anno: mentre saliva alla casa del Signore, quella la mortificava; allora Anna si metteva a piangere e non voleva mangiare. Elkanà, suo marito, le diceva: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?».>> (cfr 1Sam 1,1-8). È molto bella questa testimonianza di amore coniugale, in un contesto culturale in cui vigeva la poligamia. Dio, per bocca di Elkanà, ci insegna che pochi o molti figli non necessariamente realizzano il desiderio di paternità e maternità, né sempre sono frutto e segno dell’amore e dell’unità coniugale (<unità dei due>!). Ciò che è più essenziale in una relazione coniugale è l’<unità dei due>. Essa è frutto del dono totale di sé all’altro/a, nella reciprocità! Ciò accade quando, in una relazione coniugale, lui è “tutto” per lei, e lei è “tutto” per lui. In questa “logica del dono reciproco di sé” cogliamo il senso profondo delle parole che Elkanà rivolge a sua moglie. Questa fecondità dell’amore di per sé “realizza” la coppia e la apre anche alla fecondità generativa di nuove creature umane… Con questa luminosa testimonianza di Elkanà, preghiamo: <<Santo Spirito, fa’ che gli sposi cristiani si lascino guidare dalla grazia nuziale, perché scoprano e vivano in modo nuovo il dono che sono l’uno per l’altra.>>. Serena Giornata!
P. Antonio Santoro omi