24 Giugno 2020
<< In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli … : «Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».>> (cfr Mt 13,18-23). Domenica scorsa, abbiamo meditato su questa parabola del seminatore. Oggi vogliamo riflettere soltanto sulla parte conclusiva della parabola. Spesso ci si lamenta che c’è “sterilità” spirituale sia a livello individuale che comunitario. Gesù, nella parabola, indica le cause di questa sterilità: il cuore indurito, l’incostanza, le tribolazioni della vita, le persecuzioni a causa della parola, l’attrazione provocata dai piaceri e dalle mode del mondo … Oggi, invece, desidero sottolineare la causa fondamentale della “fecondità” della Parola: l’<<ascolto>> della Parola! Consideriamo un po’ la nostra esperienza di <<ascolto>> degli altri. Ognuno ascolta con i propri “schemi”. Questi sono come dei <<filtri> che “selezionano” quanto l’altro ci sta comunicando. La selezione è soggettiva e dipende soprattutto dai propri “vissuti”; questi possono facilitare o complicare e distorcere il contenuto della comunicazione e, quindi, compromettere le relazioni interpersonali. Qualcosa di molto simile accade quando “ascoltiamo” le “Sacre Scritture”. In esse è contenuta la Parola di Dio che ci viene comunicata. Ognuno di noi, con quali e quanti “schemi” e “filtri” ascolta Dio che Parla? Possiamo dire che nella parabola del seminatore, Gesù ci esorta a purificare i nostri filtri e a non chiuderci nei nostri schemi, ma ad aprirci all’accoglienza della Parola. Ascoltare-accogliere è “obbedire” alla Parola. L’obbedienza alla divina Paola attiva un processo di fecondità diversificata per ognuno di noi: producendo “il cento, il sessanta, il trenta per uno”. <<Signore Gesù, fa’ che ascoltando la tua Parola, apriamo la porta del nostro cuore e della nostra mente perché essa produca i frutti sperati…>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi