26 Novembre 2018
<< Io, Giovanni, vidi: ecco l’Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui cento quarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. Essi sono coloro che seguono l’Agnello dovunque vada. Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l’Agnello. Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia. >> (Apocalisse 14,1-3.4b-5 ).
Ancora oggi lasciamoci portare dalla Parola di Dio a contemplare le “realtà ultime” perché possiamo ben valutare e orientare ad esse le “realtà “penultime” che riguardano tutta la nostra esistenza terrena. Lasciamo risuonare in noi, e con la nostra vita, il “canto nuovo” dei redenti. Noi siamo “redenti” perché riscattati dal peccato per opera di Cristo Gesù. Anche noi siamo stati segnati col segno indelebile del Battesimo e portiamo nel cuore il nome dell’Agnello e del Padre suo: apparteniamo a Dio! <<Quando smarriamo il senso della nostra divina appartenenza e ci sentiamo figli di nessuno, Santo Spirito, ravviva in noi la coscienza della nostra identità di redenti da Cristo e figli dell’eterno Padre, destinati a seguire l’Agnello nella gloria immortale >>. Buona giornata! P. Antonio