Frammenti di luce

1 Settembre 2017

12ª Giornata per la custodia del Creato.

《 Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio》 (cfr 1 Tessalonicesi 4,1-8).
Dio non fa preferenze di persone,  ma per tutti vuole la “santificazione”. Questo termine indica quel processo graduale di unione con Dio in Cristo per l’azione dello Spirito Santo nella comunione ecclesiale,  vivendo la volontà di Dio nel presente, nel proprio stato di vita e nella condizione esistenziale in cui la persona si trova “qui ed ora”.
Il “corpo” è “tutto” dentro questo processo di unione con Dio.
La ragione “cristiana” per cui tenere “puro” il “corpo” non si fonda su un “principio etico”, per quanto lodevole, o su una “convenzione sociale” che cambia col passare delle culture ….; ma si fonda sulla verità rivelata che il nostro “corpo personale” è abitato dallo Spirito Santo: il mio corpo è tempio dello Spirito Santo,  (come afferma Paolo, cfr 1 Cor 6,19), terza persona della SS.ma Trinità.
Oggi, soprattutto nella nostra cultura (centrata sul proprio “io” e sul proprio “sentire emotivo”, come criterio assoluto di verità), ogni altra “ragione” che voglia motivare la “purezza” del “corpo” in sè  e nelle relazioni interpersonali, regge poco o nulla.
Nella visione genuinamente cristiana, tra lo Spirito Santo e il “corpo” (che è “sacramento” della persona, come affermava San Giovanni Paolo II) si genera una relazione “sponsale”, cioè: lo Spirito “si consegna” alla persona e questa nel suo “corpo” ( e mai al di fuori di esso) “si consegna” allo Spirito Santo.
Nella misteriosa dinamica di questa “consegna”, la persona-corpo non si appartiene più perché diventa “ambito sacro/tempio”, appunto,  dello Spirito.
Quando non si conosce e/o non si riconosce in toto o in parte questa verità;  o quando,  per diversi motivi e cause, viene offuscata e perfino negata,  la persona viene meno non tanto ad un “principio morale”, ma alla “relazione sponsale” con Dio, il cui “talamo” (→letto nuziale) si trova nell’intima profondità del nostro “cuore”, custodito nel “corpo”. In questa visione cristiana, possiamo comprendere che la “rigidità morale” o “rigorismo” e il “lassismo”, hanno come criterio di riferimento l’affermazione o la negazione ( in via teorica e/o di fatto) di un “principio” di “etica sessuale”, piuttosto che la fedeltà alla “relazione sponsale” tra lo Spirito Santo e la persona nella “sacramentalità “del suo corpo.
So bene che non è del tutto immediatamente comprensibile quanto ho fin qui condiviso, per un certo tipo di insegnamenti ricevuti e soprattutto per  le “difese” che si attivano … Sono convinto, però, che è utile e necessario intrattenerci su queste verità che generano grande e vera libertà interiore e maturazione umana e cristiana.
Un “cammino educativo”, ad ogni età e condizione, ci può rendere sempre più consapevoli e corresponsabili di questa “relazione sponsale” e della sua bellezza, oltre ogni fallimento!
《Santo Spirito,  rendici sempre più consapevoli, convinti e credenti nella tua presenza in noi, in questo “corpo personale”, in me ! La tua presenza, più potente di ogni “impurità”,  ravvivi, con gratitudine, la coscienza del dono della “relazione sponsale” con te e susciti, infaticabile, la corrispondenza fedele ad essa “nel corpo” e mediante esso》. Buona giornata!  P. Antonio.

2 commenti

  • anonimo

    “Bellissima questa riflessione , forse un pò troppo lunga anche se penso che l’argomento trattato richieda un approfondimento così come lo hai fatto tu, ciò ci aiuta a comprendere il vero valore del corpo ” tempio vivo dello Spirito”, grazie per tutto il bene che giornalmente ci doni”

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