Frammenti di Luce.
14 Ottobre 2024. << In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».>> (Lc 11,29-32). Gesù rimprovera aspramente i dottori della Legge per la loro chiusura a comprendere “i segni dei tempi”. Gesù aveva compiuto e compiva tanti “segni”, ma i dottori della Legge e i farisei non riconoscevano in quei segni l’avvento del Mesia atteso e preannunciato dai profeti. In merito alla Legge, Papa Francesco afferma che si trattava di una legge «fatta per amore, per essere fedeli a Dio», ma era divenuta ormai un sistema normativo chiuso. Essi «semplicemente avevano dimenticato la storia. Avevano dimenticato che Dio è il Dio della legge», ma è anche «il Dio delle sorprese. E anche al suo popolo, Dio ha riservato sorprese tante volte»: basti pensare a «come li ha salvati» nel mar Rosso dalla schiavitù d’Egitto … Gesù li definisce «generazione malvagia», in quanto «non hanno capito che la legge che loro custodivano e amavano era una pedagogia verso Gesù Cristo». Infatti «se la legge non porta a Gesù Cristo, non ci avvicina a Gesù Cristo, è morta». E per questo Gesù rimprovera i membri di quella generazione «di essere chiusi, di non essere capaci di conoscere i segni dei tempi, di non essere aperti al Dio delle sorprese, di non essere in cammino verso quel trionfo finale del Signore», al punto «che quando lui lo esplicita, essi credono che sia una bestemmia» [il riferimento è all’interrogatorio di Gesù nel sinedrio: cfr Mt 26, 59-66]. Da qui la consegna finale a riflettere su questo tema, a interrogarsi sui due aspetti, chiedendosi: «Io sono attaccato alle mie cose, alle mie idee, chiuso? O sono aperto al Dio delle sorprese?». E ancora: «Sono una persona ferma o una persona che cammina?». E in definitiva, «io credo in Gesù Cristo e in quello che ha fatto», cioè «è morto, risorto… credo che il cammino vada avanti verso la maturità, verso la manifestazione di gloria del Signore? Io sono capace di capire i segni dei tempi ed essere fedele alla voce del Signore che si manifesta in essi?» (cfr Omelia a Santa Marta, 13 ottobre 2014). Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, rendici docili alla tua azione per saper leggere i “segni dei tempi” e camminare sui sentieri della volontà di Dio per essere segno della sua presenza nell’oggi dell’umanità negli ambienti in cui viviamo ed operiamo…>>.
Serena giornata! P. Antonio Santoro omi