Frammenti di Luce.
18 Settembre 2024. << Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!>> (1Cor 12,31-13,13). Chissà quale fuoco d’amore ardeva in tutta la persona dell’apostolo Paolo per poter scrivere questo ineguagliabile canto d’Amore. È un’esplosione d’amore di agape! Di Dio-Amore rivelato nella persona del Verbo incarnato: Cristo Gesù. Quest’amore di agape (cioè di dono generoso, totale e radicale di sé) ci spinge ad uscire da noi stessi, come “pellegrini”, in un continuo “esodo” dal nostro «io» a Dio, agli altri… La tanto sospirata “Civiltà dell’Amore” si può edificare mettendo in atto questa “magna carta” dell’amore: ad ognuno la sua parte, appunto come membra di un solo corpo, come lo stesso Paolo ci ricorda nel capitolo 12, su cui abbiamo riflettuto ieri. Con questa consapevolezza e umiltà, preghiamo: <<Santo Spirito, Persona-Amore, ravviva in noi la fiamma viva dell’Amore, che è eterno e può trasformare la nostra e altrui esistenza, attimo dopo attimo … >>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi