Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

Quinta Parola di Gesù in croce: <<Ho sete>> (Gv 19, 28). *«Ho sete». La sete di Gesù certamente è una sete reale, fisica, un bisogno del suo corpo straziato dal dolore e dall’arsura. Ma, la sete di Gesù manifesta il suo desiderio di vivere fino in fondo la volontà del Padre. Egli ha sete della mia salvezza e del mio amore. Ha sete della corrispondenza dell’amore di ciascuno di noi al suo amore. Infatti, amore chiama amore! *«Ho sete»: <<Cari fratelli e sorelle, – ascriveva San Giovanni Paolo II, nel suo Messaggio per la Quaresima del 1993 – ascoltate la voce di Gesù che, stanco e assetato, presso il pozzo di Giacobbe, dice alla Samaritana: «Dammi da bere» (Gv 4,7). Contemplate Gesù inchiodato sulla croce, morente, e sentite la sua voce appena percettibile: «Ho sete» (Gv 19,28). Oggi Cristo ripete questo appello e rivive i tormenti della sua agonia nei nostri fratelli più poveri. […] La Chiesa ci dispone a scoprire la presenza di Dio e ad accogliere i nostri fratelli con una solidarietà sempre più attiva in una comunione sempre più ampia.>>. * «Ho sete»: L’esperienza di Santa Teresa di Calcutta. I santi sono un Vangelo vissuto e la loro vita è la più sicura interpretazione e comprensione del Vangelo. *Madre Teresa di Calcutta rimase molto colpita dalle parole d San Giovanni Paolo II e, in una sua lettera ai Missionari della Carità del 25 marzo 1993, scrive: <<Dopo aver letto la lettera [Messaggio] del Santo Padre su [quel punto] «Ho sete», sono rimasta talmente colpita … non so spiegarvi come mi sono sentita. La sua lettera mi ha fatto capire più che mai quanto è bella la nostra vocazione. Quanto è grande l’amore di Dio per noi, nell’aver scelto la nostra congregazione per saziare quella sete di Gesù, di amore e di anime, dandoci il nostro posto particolare nella Chiesa.>> . *La congregazione fondata da Madre Teresa nasce, infatti, dall’ascolto del grido di Gesù in croce: «Ho sete». Ella, in una lettera del 25 settembre del 1993, confida alle suore, ai fratelli e ai sacerdoti della sua congregazione, il significato profondo della sete di Gesù. <<Per me è venuto il momento di parlare apertamente del dono che Dio mi ha dato il 10 settembre 1946, per spiegare, meglio che posso, cosa significhi per me la sete di Gesù. Quella sete è per me qualcosa di tanto intimo che fino ad oggi ho preferito pudicamente non parlare di ciò che sentii quel 10 settembre. Tutto tra le Missionarie della Carità esiste per placare la sete di Gesù. Le sue parole «Ho sete», scritte sul muro di ognuna delle nostre cappelle, non riguardano solo il passato, ma sono vive oggi. Esse vengono pronunciate in questo momento per voi! È Gesù stesso che vi dice «Ho sete»>>. È Madre Teresa stessa che ha raccontato quando ha sentito per la prima volta quel grido di Gesù in croce. <<Nel 1946, mentre ero in treno diretta a Darjeeling, pregavo Gesù con intenso amore. Improvvisamente sentii dentro di me un grido: “Ho sete! Teresa, ho sete! Ho sete del tuo amore! Mi risponderai?”. Da quel momento la mia vita è una risposta al grido di Gesù Presi la decisione di dissetare Gesù portando amore ai poveri: ai poveri più poveri, a quelli che nessuno ama e nessuno vuole. Compresi che Dio desiderava qualcosa da me […]. Era necessario un tetto per raccogliere gli abbandonati.>> . Madre Teresa ha ascoltando quel grido di Gesù in croce, «Ho sete», e ha risposto donando se stessa per tutta la vita per dissetare quella sete dell’Uomo-Dio. E noi come rispondiamo a quel grido nella nostra esistenza quotidiana? Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, donaci il coraggio dei santi per rispondere con libertà e generosità al quel grido di Gesù in croce: «Ho sete»!>>.

Buon cammino, come piccole “fontane” per dissetare … P. Antonio Santoro omi

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