Frammenti di Luce.

<< Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».

Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio. >> (Lc 18,35-43). Il primo messaggio che ci viene dalla narrazione evangelica è che Gesù può dare e dà la guarigione fisica, in questo caso: ridà il grande dono della vista fisica. Ma l’intento dell’evangelista è un altro, e forse, più importante. Perché c’è una “cecità” fisica, ma può esserci anche una cecità umana (l’individuo non vede altro che se stesso, quindi i suoi interessi), religiosa/spirituale (chiusura ad ogni fede e forma religiosa) e morale (è l’individuo e/o il “consenso sociale” a decidere ciò che è bene o male, escludendo così il primato di Dio nella propria vita e non solo …). L’evangelista ci vuole dire che la fede in Gesù ci dona una “intelligenza” più penetrante della realtà, una “luce” che va ben oltre le nostre capacità individuali, culturali, scientifiche … Ricordiamo la decisa affermazione di Gesù: <<“Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.>> (Gv 8,12).  E noi, vediamo bene o soffriamo di qualche cecità? Chiamando per nome la nostra “cecità”, con umiltà e con un’intelligenza illuminata dalla fede, fiduciosi invochiamo: << Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me! Fa’ che io veda di nuovo!>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi