Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

Elisabetta di Ungheria, Religiosa – Memoria. << Davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio, e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né, esaminandone le opere, riconobbero l’artefice. Ma o il fuoco o il vento o l’aria veloce, la volta stellata o l’acqua impetuosa o le luci del cielo essi considerarono come dèi, reggitori del mondo. Se, affascinati dalla loro bellezza, li hanno presi per dèi, pensino quanto è superiore il loro sovrano, perché li ha creati colui che è principio e autore della bellezza. Se sono colpiti da stupore per la loro potenza ed energia, pensino da ciò quanto è più potente colui che li ha formati. Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore. Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi facilmente s’ingannano cercando Dio e volendolo trovare. Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con cura e si lasciano prendere dall’apparenza perché le cose viste sono belle. Neppure costoro però sono scusabili, perché, se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?>> (Sap 13,1-9). L’autore sacro canta la bellezza e l’armonia dell’universo ed eleva il suo spirito alla contemplazione di Dio Creatore che trascende l’opera d’arte del creato nel quale si riflette. L’apostolo Paolo a questo riguardo parla di <<empietà e ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, essendo evidenti per mezzo delle sue opere fin dalla creazione del mondo, si vedono chiaramente, affinché siano inescusabili. Poiché, pur avendo conosciuto Dio, non l’hanno però glorificato né l’hanno ringraziato come Dio, anzi sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato. Dichiarandosi di essere savi, sono diventati stolti, e hanno mutato la gloria dell’incorruttibile Dio in un’immagine simile a quella di un uomo corruttibile, di uccelli, di bestie quadrupedi e di rettili>> (Rm 1, 19-23). Paolo denuncia le forme di idolatria sempre presenti nell’umanità di ogni tempo, compresa la nostra. Nel nostro tempo, si pensa di essere più evoluti, si dice, emancipati da ogni credenza religiosa, di fatto però ci si vota agli idoli: denaro, potere, sesso, apparenza, le diverse forme di occultismo… Si respira un neopaganesimo anche da parte di chi si dichiara “ateo”. Evidentemente non intendo generalizzare, facendo d’ogni erba un fascio. Con la luce che promana dalla divina Parola, dinanzi a tanta meraviglia del creato, con rinnovato stupore, preghiamo: << I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia.>> (Dal Salmo 18/19). Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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