Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!». >> (Lc 12,35-38). Luca nei versetti precedenti a quelli riportati oggi nel capito 12, ci presenta Gesù che mette in guardia dall’accumulare tesori, quindi a “tenersi lontani dalla cupidigia” (cfr 12,15). Egli, dinanzi alla preoccupazione e “all’ansia” (Lc 12,29) di avere cose materiali, per quanto lecite e necessarie, (cibo, vestiti), esorta i suoi interlocutori di ieri e di sempre – oggi, noi!  a fidarsi di Dio: “Perché il Padre vostro sa che ne avete bisogno” (Lc 12,30). Data questa rassicurazione – non di poco ! -, ci esorta a “vivere vigilando”. La “vigilanza” non è un ondeggiare passivo in attesa che prima o poi accada qualcosa o, forse, arrivi all’improvviso qualcuno a toglierci da qualche difficoltà risolvendo l’uno o l’altro problema che si sperimenta nella propria quotidianità. Vigilare viene dal latino “vigilàre” e significa: svegliarsi dal sonno, essere attento, avere cura, attendere a…quindi tenersi sempre pronti a vivere nel “presente”, orientando le proprie energie e risorse, “qui ed ora”, verso l’ottenimento di un bene… Gesù, nel suo Vangelo, con il suo linguaggio sempre molto concreto, ci dice non per cosa, ma per Chi siamo chiamati a “vigilare”: per il “padrone”, che non è un “padrone”, in senso di rigido, perfino dispotico, ma è il “signore”, (“dominun” in latino”, “kurion in greco: cfr Lc 12,36) è un padre, il “Padre nostro”! Anche in questa luce, forse possiamo intuire e comprendere perché Gesù ci ha insegnato quella umano-divina preghiera del “Padre nostro…”.  Il testo evangelico ci dice anche chiaramente che il “padrone” è lo “sposo” che torna dalle nozze.  Attenti, qui c’è una chiara allusione a vigilare nell’attesa attiva dello “sposo” che è Gesù stesso! Sempre in questa luce, possiamo comprendere che la “vigilanza” non nasce né si alimenta nel timore e nell’ansia che possa accaderci qualcosa di brutto e spiacevole o che possiamo essere puniti e condannati da … La “vigilanza” di cui ci parla Gesù nasce solo dall’Amore! Ne facciamo esperienza anche a livello semplicemente di relazioni interpersonali. Quando vogliamo bene ad una persona, e, ancor di più, se tu percepisci, sai che lei ti vuole bene (ancor più ti ama), si attiva dentro di noi (a volte, dapprima, in modo inconsapevole) il “processo” della “vigilanza”, messo in moto, appunto dall’Amore. Tutto questo processo è sempre facile? Purtroppo no! Non perché il “Padre nostro” ci ha fatti male, ma perché non fidandoci del Figlio suo viviamo male, complicando la nostra vita individuale e, conseguentemente, anche quella di altri, cominciando, ovviamente, dai più vicini. Allora cosa vogliamo fare? Ciascuno si dia una “regolata” … Ma, anzitutto, con la luce che promana dal Vangelo, preghiamo: <<Santo Spirito, sappiamo di essere grandi agli occhi dell’Eterno Padre, ma sperimentiamo quotidianamente la nostra fragilità: a volte a grandi slanci, seguono cadute in picchiata, per tanti motivi, ma forse e soprattutto, perché non vigiliamo; e non vigliamo, perché concentrati troppo sui nostri “bisogni”; è debole la nostra fiducia in Dio che è Padre ed Amore misericordioso. Per questo ti chiediamo: Ravviva in noi il dono della vigilanza evangelica>>. Vigilando, serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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