Frammenti di luce

Frammenti di Luce

Domenica della XXIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno A. << In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».>> (Mt 18,15-20 ). Nel Vangelo di oggi desidero mettere in evidenza due insegnamenti di Gesù: la “comunità cristiana” come “comunità fraterna” e come “comunità orante”. *La comunità cristiana vive il suo essere “fraterna” nella misura in cui i suoi singoli membri sono uniti a Cristo Gesù, e possono esserlo in virtù del dono dello Spirito accolto da ognuno. E lo Spirito è Amore, è Comunione! Pertanto è l’amore tra i membri di una piccola o grande comunità – dell’intera Chiesa! – che genera e rigenera di continuo la comunità cristiana. *Da questo amore, che si manifesta come amore di misericordia, nasce la “correzione fraterna” di cui parla Gesù nel Vangelo di oggi. Solo se la correzione fraterna è fatta per amore, si troveranno tempi e modi per accostare e “correggere” chi ha sbagliato, sbaglia. Spesso, purtroppo, non è così… Molto spesso prende il sopravvento il giudizio e, quindi, la condanna di chi sbaglia. Giudizio, condanna, a volte senza appello, chiacchiericcio, come spesso dice Papa Francesco, a volte fino alla calunnia…! Per “correggere” secondo la “pedagogia di recupero” di Gesù (Papa Francesco), occorre avere occhi, mente e cuore purificati da un “amore di misericordia”, altrimenti non si è di aiuto … <<Quando vai a dire all’altro la verità senza amore, son tutti schiaffi in faccia e l’altro non riesce più a vivere perché in quel che tu gli dici sente che tu vuoi la morte, non la vita: non gli ridai più fiducia! Invece, quando io ritengo che l’altro non è come dovrebbe essere, ci deve essere il pianto nel cuore. E allora vai a sfogarti dal Signore per dirgli: “Guarda il mio fratello, Signore, mi pare che sia così! Mettici la tua mano, fallo vivere da mio fratello”. […] Prendete a tu per tu il fratello dopo aver pregato tanto ed essere diventati amore>> (Servo di Dio Don Oreste Benzi).  In tal modo lo Spirito Santo potrà operare quella correzione fraterna che riguarda non solo l’altro che ha sbagliato e sbaglia, ma anche chi ritiene di dover correggere… *La comunità cristiana è “comunità orante”.  Se i membri di una comunità – cominciando da quella familiare: piccola chiesa domestica! –  vivono animati da un amore di misericordia, quindi in un continuo dinamismo di accoglienza e di perdono reciproci, oltre ogni resistenza e risentimento (che vengono dal diavolo che sempre separa …), Gesù vive in mezzo ai suoi e presenta al Padre le “richieste” dei suoi fratelli e sorelle. E il Padre può negare quanto il suo Figlio gli presenta? No! Allora dove sta il problema circa l’essere ascoltati/esauditi o meno nelle nostre preghiere?  Non raramente la preghiera dei membri delle cosiddette “comunità” cristiane, sgorga da menti confuse, interessate, e da cuori inquinati da invidie, gelosie, risentimenti, avversione, perfino odio… Una preghiera così “appesantita” come può elevarsi e arrivare fino a Dio? Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, fa’ che l’amore di misericordia diventi sempre più il distintivo delle comunità cristiane, così la nostra vita e le nostre relazioni saranno feconde di fraternità e di bene, e la nostra preghiera verrà esaudita secondo la volontà del Padre…>>. Serena Domenica!

P. Antonio Santoro omi

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