Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

 << Il Signore parlò a Mosè sul monte Sinai e disse: «Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese, farai echeggiare il suono del corno; nel giorno dell’espiazione farete echeggiare il corno per tutta la terra. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nella terra per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è un giubileo: esso sarà per voi santo; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi.

In quest’anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà. Quando vendete qualcosa al vostro prossimo o quando acquistate qualcosa dal vostro prossimo, nessuno faccia torto al fratello. Regolerai l’acquisto che farai dal tuo prossimo in base al numero degli anni trascorsi dopo l’ultimo giubileo: egli venderà a te in base agli anni di raccolto. Quanti più anni resteranno, tanto più aumenterai il prezzo; quanto minore sarà il tempo, tanto più ribasserai il prezzo, perché egli ti vende la somma dei raccolti. Nessuno di voi opprima il suo prossimo; temi il tuo Dio, poiché io sono il Signore, vostro Dio».>> (Es 25,1.8-17). Ancora una volta, la divina Parola ci dice con chiarezza che fede e vita concreta e quotidiana non sono due rette parallele; non può esserci separazione tra la professione di fede e le scelte di vita. Il nostro Dio educa il popolo dell’Antica e della Nuova Alleanza all’attenzione al prossimo specie a quello più bisognoso. Non si può celebrare il “giubileo” in onore di Dio e nello stesso tempo opprimere il fratello. Le nostre società cosiddette evolute hanno molto da attingere alla enorme sapienza ed esperienza contenute nelle Sacre Scritture. Anche Noi, Chiesa, celebrando i nostri “giubilei” dobbiamo crescere nel mettere in pratica quanto la divina Parola ci comanda per il vero bene di ciascuno, ed è tale quando mira al bene di tutti, cioè al “bene comune”. Quando viviamo così, allora la nostra preghiera sarà autentica: << Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti. >> (Dal Salmo 66/67). Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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