Frammenti di luce

Frammenti di Luce. San Giovanni Maria Vianney (Santo Curato d’Ars), Presbitero – Memoria.

 << In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi. >> (Mt 13,54-58). Questo episodio del Vangelo mi fa pensare alle persone che contattiamo, anzi cominciando dal rapporto con noi stesi, in famiglia, nelle nostre comunità ecclesiali e in altri ambienti di vita … Mi chiedo se sappiamo riconoscere i doni e i carismi che lo Spirito elargisce per il bene di tuti, appunto, per il “bene comune” all’interno della Chiesa e della Società, per il bene di questa nostra umanità. Ricordiamoci che ogni persona cresce e si sviluppa, così ogni comunità familiare, ecclesiale, sociale, politica nella misura in cui riconosce e valorizza i propri e altrui doni. Attenti all’invidia e alla gelosia che sono motivo di conflitti e rendono infecondi i doni. Desidero concludere con un bel testo del Santo di oggi che con due parole fa una sintesi di ciò che è essenziale per vivere veramente da cristiani operando il bene: <<Fate bene attenzione, miei figliuoli: il tesoro del cristiano non è sulla terra, ma in cielo. Il nostro pensiero perciò deve volgersi dov’è il nostro tesoro. Questo è il bel compito dell’uomo: pregare ed amare. Se voi pregate ed amate, ecco, questa è la felicità dell’uomo sulla terra. […]    Come è bella questa unione di Dio con la sua piccola creatura! È una felicità questa che non si può comprendere. Noi eravamo diventati indegni di pregare. Dio però, nella sua bontà, ci ha permesso di parlare con lui. La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito. Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell’anima e fa che tutto sia dolce. Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell’uomo che non si avverte più la sua lunghezza. […] Ci sono alcune persone che si sprofondano completamente nella preghiera come un pesce nell’onda, perché sono tutte dedite al buon Dio. Non c’è divisione alcuna nel loro cuore. […]    Noi invece quante volte veniamo in chiesa senza sapere cosa dobbiamo fare o domandare! Tuttavia, ogni qual volta ci rechiamo da qualcuno, sappiamo bene perché ci andiamo. Anzi vi sono alcuni che sembrano dire così al buon Dio: «Ho soltanto due parole da dirti, così mi sbrigherò presto e me ne andrò via da te». Io penso sempre che, quando veniamo ad adorare il Signore, otterremmo tutto quello che domandiamo, se pregassimo con fede proprio viva e con cuore totalmente puro.>>. Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, converti il nostro cuore per credere e vivere che il compito bello e fecondo della nostra vita è pregare ed amare>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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