Frammenti di luce

Frammenti di Luce.  Sant’Alfonso Maria De’ Liguori (1696-1787), Memoria .

<<Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico. Poi questi tornava nell’accampamento, mentre il suo inserviente, il giovane Giosuè figlio di Nun, non si allontanava dall’interno della tenda. Il Signore scese nella nube [sul monte Sinai], si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione». Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità». Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiar pane e senza bere acqua. Egli scrisse sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole. >> (cfr Es 33,7-11; 34,5-9.28). Ecco alcuni brevi spunti di riflessione. * Dall’insieme della Storia della Salvezza narrata nell’Antico Testamento, apprendiamo che il nostro Dio ha dovuto faticare molto per formare il suo popolo e farlo passare da una massa informe di individui, spesso in conflitto tra di loro, ad un “popolo”, il Suo popolo, scelto non per meriti, ma per amore assolutamente gratuito. * Il cammino è stato lungo, molto lungo! E possiamo dire che questo cammino non è arrivato al suo pieno compimento, perché il Signore ha dovuto fare una nuova e definitiva Alleanza nel suo Figlio Gesù che ha dato vita ad un popolo nuovo. Ma sull’identità di questo popolo nuovo. ci ritorneremo fra poco, anche se brevemente. * L’antico popolo d’Israele è un popolo di “dura cervice”, di memoria corta e perciò ingrato. Questo popolo molto presto ha dimenticato gli enormi benefici che il Signore gli ha elargito e, tra essi, il grande dono della liberazione dalla severa schiavitù in Egitto. * Ma Dio si rivela sempre <<il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà>>. Egli perdona e quando castiga ha sempre di mira la salvezza e non la definitiva condanna di chi pecca. *Chiediamoci: Noi che popolo siamo? Siamo un popolo di memoria corta circa i benefici che il Signore ci ha donato lungo la nostra storia religiosa, cristiana, civile? Siamo un popolo di “dura cervice”? Cioè, un popolo che chiuso all’azione trasformante dello Spirito? Noi, ci sentiamo membra di un popolo? Sentiamo cioè l’appartenenza al “popolo di Dio”, che è la Chiesa, quella porzione di Chiesa del territorio in cui viviamo? Il “nuovo popolo” che è la Chiesa, è un “popolo messianico” che << ha per capo Cristo. […] Ha per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio. Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati (cfr. Gv 13,34). E finalmente, ha per fine il regno di Dio, incominciato in terra dallo stesso Dio, e che deve essere ulteriormente dilatato, finché alla fine dei secoli sia da lui portato a compimento, quando comparirà Cristo, vita nostra (cfr. Col 3,4)>> (“Lumen gentium”, 9). Alla luce della Parola di Dio e con Mosè possiamo anche noi pregare, con umiltà e fiducia: <<Signore, siamo un popolo di dura cervice, sappiamo di trovare grazia ai tuoi, tu perdona il mio e nostro peccato, tu cammina sempre in mezzo a noi, per essere il tuo popolo santo in mezzo a questa nostra umanità…>>.  Auguri e la nostra corale preghiera a chi porta il nome di Alfonso, Alfonsina. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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