Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:  «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». >> (Mt 5,38-42). Questo è un brano del lungo “Discorso della montagna” ( cfr Mt 5-7). In questo “Discorso” Gesù, rivelandoci il Padre, ci insegna e consegna la sua “legge”: la “legge dell’amore”. Sulle parole del Vangelo di oggi a volte si fa dell’ironia (penso a queste parole: “se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra”). Sia che Gesù non chiede ai suoi discepoli, quindi a noi cristiani, di farci “zerbino”, cioè tappetino su cui qualcuno ha il diritto di pulire le sue scarpe sporche. Gesù ha donato la sua vita per ogni essere umano e per tutto il creato non perché qualcuno possa schiacciare un altro o distruggere la Sua creazione. Gesù ha dato la sua vita e la continua a donare nei suoi sacramenti perché rispenda la dignità di ogni creatura umana e dell’intera creazione. Nel Vangelo di oggi Gesù ci chiede di cambiare “mentalità”, cioè convertirci nella mente e nel cuore, quindi: passare da un modo di pensare, sentire e agire ispirati dalla cultura dello scontro e della sopraffazione e, quindi della vendetta, ad una cultura dell’incontro, del dialogo, della “fraternità. In merito ascoltiamo lo Spirito che ci parla tramite Papa Francesco nella sua Lettera enciclica “Fratelli tutti”: << «La vita è l’arte dell’incontro, anche se tanti scontri ci sono nella vita». Tante volte ho invitato a far crescere una cultura dell’incontro, che vada oltre le dialettiche che mettono l’uno contro l’altro. È uno stile di vita che tende a formare quel poliedro che ha molte facce, moltissimi lati, ma tutti compongono un’unità ricca di sfumature, perché «il tutto è superiore alla parte». Il poliedro rappresenta una società in cui le differenze convivono integrandosi, arricchendosi e illuminandosi a vicenda, benché ciò comporti discussioni e diffidenze. Da tutti, infatti, si può imparare qualcosa, nessuno è inutile, nessuno è superfluo. Ciò implica includere le periferie. Chi vive in esse ha un altro punto di vista, vede aspetti della realtà che non si riconoscono dai centri di potere dove si prendono le decisioni più determinanti.>> (215). Con questa consapevolezza ed apertura, preghiamo: <<Santo Spirito, donaci la forza di saper tacere per ascoltare, il coraggio di saper accogliere per incontrarsi e dialogare per crescere in fraternità nella realizzazione del “bene comune”>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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