Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. >> (Gv 15,1-8). Con il capitolo 12 di Giovanni comincia il secondo discorso dell’ultima cena. La metafora della vite era già conosciuta nell’Antico Testamento (cfr Isaia 5, 1-6; Salmo 79). Gesù, con la bella immagine della vite, vuole far comprendere ai suoi interlocutori di ieri e di sempre, quanto sia necessario restare uniti a Lui per “portare frutto”. Gesù è molto chiaro e diretto: se mettiamo in pratica la sua parola, rimaniamo in Lui e Lui ci comunicherà la vera vita che è la linfa della sua vita divina. Se riflettiamo sulla nostra personale esperienza di vita, penso che non facciamo fatica ad ammettere che Gesù ha proprio ragione. La metafora della vite è molto eloquente per le nostre comunità sia ecclesiali che familiari. Quando ci si lamenta che sono infeconde, la causa sta proprio nel fatto che non rimaniamo uniti a Cristo Gesù, appunto come il tralcio che staccato da Lui si secca e muore. Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, fa’ che come comunità e come singole persone rimaniamo uniti a Cristo Gesù, nostra vite-vita!>>. Serena giornata, come costruttori di Pace!

 P. Antonio Santoro omi

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