Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo.». >> (cfr Is 55,10-11). Con Papa Francesco continuiamo la riflessione sulla corresponsabilità dei pastori e dei laici: << In questo unico Popolo di Dio, che è la Chiesa, l’elemento fondamentale è l’appartenenza a Cristo. Nei racconti commoventi degli Atti dei martiri dei primi secoli, troviamo spesso una semplice professione di fede: “Sono cristiano”, dicevano, “e perciò non posso sacrificare agli idoli”. Lo dice, ad esempio, Policarpo, vescovo di Smirne; lo dicono Giustino e altri suoi compagni, laici. Questi martiri non dicono “sono vescovo” o “sono laico” – “sono dell’Azione Cattolica, sono di quella Congregazione mariana, sono dei Focolarini”. No, dicono solamente “sono cristiano”. Anche oggi, in un mondo che si secolarizza sempre di più, ciò che veramente ci distingue come Popolo di Dio è la fede in Cristo, non lo stato di vita in sé considerato. Siamo battezzati, cristiani, discepoli di Gesù. Tutto il resto è secondario. “Ma, Padre, anche un prete?” – “Sì, è secondario” – “Anche un vescovo?” – “Sì, è secondario” – “Anche un Cardinale?” – “È secondario”. La nostra comune appartenenza a Cristo ci rende tutti fratelli. Il Concilio Vaticano II afferma: «I laici, come per benevolenza divina hanno per fratello Cristo, […] così anche hanno per fratelli coloro che, posti nel sacro ministero, […] svolgono nella famiglia di Dio l’ufficio di pastori» (Cost. Lumen gentium, 32). Fratelli con Cristo e fratelli con i sacerdoti, fratelli con tutti. E in questa visione unitaria della Chiesa, dove siamo anzitutto cristiani battezzati, i laici vivono nel mondo e nello stesso tempo fanno parte del Popolo fedele di Dio. Il Documento di Puebla ha usato una espressione felice per esprimere questo: i laici sono uomini e donne «di Chiesa nel cuore del mondo» e uomini e donne «del mondo nel cuore della Chiesa».  È vero che i laici sono chiamati a vivere principalmente la loro missione nelle realtà secolari in cui sono immersi ogni giorno, ma ciò non esclude che abbiano anche le capacità, i carismi e le competenze per contribuire alla vita della Chiesa: nell’animazione liturgica, nella catechesi, nella formazione, nelle strutture di governo, nell’amministrazione dei beni, nella programmazione e attuazione dei programmi pastorali, e così via. Per questo i pastori vanno formati, fin dai tempi del seminario, a una collaborazione quotidiana e ordinaria con i laici, così che il vivere la comunione diventi per loro un modo di agire naturale, e non un fatto straordinario e occasionale. Una delle cose più brutte che accade in un pastore è dimenticare il Popolo dal quale è venuto, la mancanza di memoria. A lui si può indirizzare quella parola della Bibbia tanto ripetuta: “Ricordati”; “ricordati da dove sei stato tolto, del gregge dal quale sei stato tolto per tornare a servirlo, ricordati delle tue radici” (cfr 2 Tm, 1).>>. Con questa consapevolezza, preghiamo <<Santo Spirito, facci riscoprire, o scoprire, la bellezza di essere “cristiani” e, in quanto tali, a servizio della Chiesa e del mondo, insieme, laici e pastori…>>. Buon cammino di Quaresima!

P. Antonio Santoro omi

Commenti disabilitati su Frammenti di Luce.