Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna. >> (Gn 2,18-25). *Questo è un testo denso di contenuti. Per ovvie ragioni, qui posso evidenziarne soltanto qualcuno. L’autore sacro ci sta dicendo: Attenti! *Il matrimonio non è un’invenzione umana, ancora meno dei cattolici. Il matrimonio viene alla luce da una precisa ed esplicita volontà di Dio. Da qui deriva la sua bellezza e bontà. *Nel testo biblico è centrale il grande valore della pari dignità tra l’uomo e la donna: valore, questo, per nulla scontato ancora nel nostro tempo. *Garante dell’<<unità dei due>> è Dio stesso che chiama quell’uomo e quella donna ad essere <<una sola carne>>. *In questa luce comprendiamo che il matrimonio è una “vocazione” e non un modo per “sistemarsi”, per avere una compagnia nella vita o avere dei figli. Dio si è “inventato” il matrimonio perché <<i due>> possano essere “insieme” riflesso della presenza del Divino nel mondo: il resto (figli e altro…) sboccia e cresce dalla fecondità della relazione con Dio di entrambi, insieme. Quando questa relazione non è vissuta dagli sposi, questi sono esposti a forti rischi di insofferenza, conflittualità, separazione, divorzio… *La “vocazione” è un “dono” ed implica una responsabilità. Per questo possiamo dire che il matrimonio è come una pianticella che va coltivata e curata giorno per giorno, dedicandosi del tempo…  Gli sposi, soprattutto gli sposi “nel Signore”, cioè uniti dal sacramento, per grazia sono una sola carne, ma devono diventarlo giorno dopo giorno, anzi, momento dopo momento, vincendo ogni forma di egocentrismo ed egoismo, e “lavorando” per passare dalla centralità dell’<<io>> alla gratuità del <<noi>> della coppia. *L’<<unità dei due>> è una “unità dinamica” che si attua progressivamente mediante il dono sincero di sé, “reciprocamente”. *Per il Creatore il matrimonio ha un valore enorme, per questo il Redentore ha elevato il matrimonio a “sacramento”, cioè: gli sposi amandosi sono segno concreto dell’amore di Cristo-Sposo per la Chiesa-sposa e l’intera umanità: questo duplice amore sponsale, dice S. Paolo, è un << mistero grande>>. Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito, Persona-Comunione, ravviva negli sposi il dono ricevuto e, nei separati e divorziati, lenisci le ferite con la fasciatura del perdono e della misericordia.>>. Serena Giornata!

 P. Antonio Santoro omi

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