Frammenti di luce

Frammenti di Luce.

<< Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c’era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d’acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire». >> (Gn 2,4b-9.15-17). Il racconto biblico delle “Origini” nostre e di tutto il creato, sembra una bella favola… Invece, quel racconto ci rivela la nostra “preistoria”, appunto le nostre “Origini: cioè da dove veniamo e come siamo venuti e veniamo al mondo e, implicitamente, dove siamo chiamati/destinati a ritornare! È bello, perché è vero, pensarci come esseri viventi grazie a quel “soffio” di Dio! È bello e confortante che siamo in vita grazie quell’<<alito di vita>> … Respirare è una delle cose che nella nostra esistenza diamo troppo per scontato, ma non lo è! Mentre respiriamo, facciamolo con calma, pensando che ciò è possibile in virtù di quel “soffio” divino nel nostro involucro che, per questo, diventa “umano”. Possiamo ben dire che l’<<umano>> diventa tale proprio perché riceve un “soffio”, un’<<anima>> dal Divino. Oggi, e non solo, facciamo esercizi di respirazione, in modo calmo e consapevole, pensando al miracolo ordinario del nostro respiro quale <<alito di vita>>, che pur accadendo nella sfera dell’umano, lo trascende. La persona umana, nella misura in cui è consapevole e grata del dono e del Donante di questo <<alito di vita>>, sa “stare al suo posto”, sa “obbedire”; cioè, sa stare in ascolto “libero” e fedele davanti al Creatore [obbedire: dal latino “ob” (davanti) e “audire” (ascoltare): essere in ascolto davanti a un altro/Altro]. In questa relazione di dono e di obbedienza, la persona coglie la bellezza di esistere e di cooperare alla custodia e allo sviluppo del creato e di ogni altro bene umano sia materiale che spirituale e morale. Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Santo Spirito donaci la grazia di comprendere e vivere che la vera libertà sta nel respirare grato e obbediente davanti a Dio… >>.

P. Antonio Santoro omi

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