Frammenti di Luce 2

Frammenti di Luce

San Giovanni della Croce. << In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».>> (Lc 7,19-23). Su questo Vangelo abbiamo riflettuto domenica scorsa. Oggi vorrei mettere in evidenza un altro aspetto che riguarda l’identità di Gesù e la nostra. L’affermazione di San Tommaso d’Aquino che l’<agire segue l’essere> (agere sequitur esse), ci fa comprendere, o almeno intuire, che l’<identità> di una persona si manifesta nel suo <agire>, quindi nei suoi <atti>. L’agire rivela la <natura/identità> della persona. Gesù, quindi, rispondendo a Giovanni Battista, rivela la sua vera identità e la sua missione di Messia atteso e Salvatore: <<Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia.>>. Attenti però ad applicare semplicisticamente questo principio (l’<agire segue l’essere>) alle nostre azioni, concludendo frettolosamente che il nostro agire rivela la mia, tua, sua “natura”.  Infatti, c’è un “agire” che è frutto sì di una “natura”, non “prima”, ma “seconda”, che viene acquisita mediante i propri “vissuti” (cioè esperienze particolarmente significative della propria esistenza che ci hanno segnato in modo piacevole e positivo o spiacevole e negativo) che hanno plasmato un proprio modo di pensare, sentire ed agire. Il cammino di fede (e, talvolta, unito anche ad un accompagnamento psicologico/ terapeutico) che è cammino di conversione continua, ci conduce, progressivamente, alla nostra vera natura/identità. Pertanto, quando parliamo di “frutti di conversione” intendiamo appunto che le nostre azioni riflettono in qualche modo la nostra vera natura/identità umana e cristiana. Con questa consapevolezza, preghiamo: <<Vieni, Signore Gesù, col tuo Santo Spirito sana la nostra natura perché le nostre azioni siano riflesso della nostra identità più autentica e diffondiamo così ogni forma di bene…>>. Serena Giornata!

 P. Antonio Santoro omi

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