Frammenti di Luce 2

Frammenti di Luce

<< In quel tempo, Gesù disse una parabola […]: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. […] Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. >> (cfr Lc 19,11-28). Dio, creandoci a sua immagine, dà ad ogni sua creatura umana delle “monete”, dei “doni”. Molto spesso, però, si è tentati di fare confronti: tra il “tanto” che gli altri hanno ricevuto e il “poco” che si ha o si ritiene di avere. Dietro questo modo di pensare, forse, senza rendersene conto, si ritiene che la vita vale per quello che uno ha in beni materiali e immateriali, e non piuttosto per ciò una persona è. Sì, ognuno di noi vale per quello che è! Questa non è teoria. Un esempio. Spero che anche a voi sia capitato che qualcuno vi abbia detto, o che voi abbiate detto: “Sono contento/a che tu ci sei!”. In queste semplici brevi parole si manifesta la percezione e la consapevolezza che quella persona, per me, vale per quella che è: essa è una bella “moneta”, è un “dono” per me ed io un dono per lei. Gesù ci chiede di far fruttare questo dono che ne contiene molti altri. Lo sappiamo: stiamo bene quando le nostre relazioni interpersonali – a cominciare da quelle familiari – le viviamo nella pratica della logica del dono e del dono reciproco. Allora stiamo bene e riusciamo a gestire, sopportare e trarre il bene anche dalle situazioni più difficili, complicate e dolorose della nostra esistenza. Ma siamo chiamati a vincere una sfida continua: sotterrare la “moneta”, quindi chiudersi all’altro/a o lasciare che l’energia di bene – la “moneta”! – faccia il suo corso assecondandola, altrimenti quel bene diventa sterile e si ritorce contro la persona stessa. Con quale risultato? Che la persona desidera “avere” sempre di più per colmare il “vuoto” provocato dalla “chiusura”, che è la sepoltura della “moneta”. Con questa consapevolezza, preghiamo: <>. Serena giornata!

P. Antonio Santoro omi

Commenti disabilitati su Frammenti di Luce