Frammenti di luce

Frammenti di Luce. 23 Ottobre 2022.

Giornata Missionaria Mondiale. << In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». >> (Lc 18,9-14). * La questione di fondo contenuta nella parabola è la “giustificazione”, cioè come ci si salva, quale è la via da percorrere per ottenere la salvezza ed essere veramente “giusti”? La via è quella delle opere o della fede? Questa grande questione è stata trattata da San Paolo nella lettera ai Romani e in quella ai Galati. Paolo, anche in virtù della sua esperienza personale, afferma che ci si salva non per le opere della Legge, ma per la fede. Ma una fede che si incarna mediante la carità. Una bella sintesi la fa l’apostolo Giacomo nella sua lettera quando afferma che “la fede se non ha le opere, è morta in se stessa” (2,17). * Riflettiamo sull’immagine di Dio hanno i due protagonisti della parabola. Dal comportamento e dalle parole del fariseo e del pubblicano possiamo capire l’immagine che l’uno e l’altro hanno di Dio. Il fariseo si comporta e si rivolge a Dio ritenendolo un giudice che sta attento ai meriti che uno ha acquisito osservando alla lettera la Legge mosaica con tutte le prescrizioni introdotte dai dottori della Legge. Per questo il fariseo si ritiene giusto e autorizzato a giudicare il pubblicano. Questi, col suo comportamento e con le sue parole si rivolge a Dio ritenendolo misericordioso il cui amore va ben oltre i meriti delle sue creature. * Allora, chiediamoci: Quale immagine di Dio coltivo? In quale Dio credo veramente? Credo in Dio che giudica e condanna e che premia chi osserva formalmente la Legge? Oppure credo in Dio ricco di misericordia il cui volto ci è stato rivelato da Cristo Gesù e in Lui? Se credo in questo Dio misericordioso, come mi relazione con Lui? Come attingo alla sua divina misericordia? Ho paura di Lui oppure mi abbandono a Lui con fiducia? * “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Abbiamo bisogno di invocare costantemente la misericordia di Dio perché, come afferma Sant’Agostino, cresca in noi il desiderio di ricevere la misericordia divina. << Potrebbe sembrare strano che Dio ci comandi di fargli delle richieste quando egli conosce, prima ancora che glielo domandiamo, quello che ci è necessario. Dobbiamo però riflettere che a lui non importa tanto la manifestazione del nostro desiderio, cosa che egli conosce molto bene, ma piuttosto che questo desiderio si ravvivi in noi mediante la domanda perché possiamo ottenere ciò che egli è già disposto a concederci.>> (Dalla «Lettera a Proba», Ufficio delle Letture, XXIX Domenica del Tempo Ordinario). * Illuminati dalla Parola di Dio di quest’oggi, come il pubblicano al tempio, possiamo pregare: << O Dio, abbi pietà di me peccatore, peccatrice… >>. Oggi ricorre la Giornata Missionaria Mondiale: Preghiamo perché il dono del Vangelo che noi abbiamo ricevuto possa diffondersi in tutto il mondo mediante l’annuncio della Parola, la testimonianza di vita e di carità. Serena Domenica!

P. Antonio Santoro omi

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