Frammenti di Luce. 15 Marzo 2022.
<< Ascoltate la parola del Signore, capi di Sòdoma; prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio, popolo di Gomorra! «Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». «Su, venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato».>> ( cfr Is 1,10.16-20). “Partecipi delle sofferenze di Cristo 1”. Cristo nella sua Croce, non solo ha compiuto la Redenzione mediante la sofferenza <<ma anche la stessa sofferenza umana è stata redenta>> (Salvifici Doloris 19); essa è stata elevata << a livello di redenzione>>, per cui << ogni uomo, nella sua sofferenza, può diventare partecipe della sofferenza redentiva di Cristo>> (SD 19). Il Nuovo Testamento esprime in molti passi questo concetto; per tutti, qui basti citare l’esperienza di Paolo: <<Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.>> (Gal 2,20). Perciò – leggiamo nella lettera ai Colossesi – sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.>> (1,24). Ogni essere umano, quindi, in quanto membro del corpo mistico di Cristo – unito a Lui – completa le sofferenze di Cristo, contribuendo così con le sue sofferenze alla salvezza- liberazione dal male del singolo uomo e di tutti gli uomini. <<Questo vuol dire, forse, – si chiede S. Giovanni Paolo II – che la redenzione compiuta da Cristo non è completa? No. Questo significa solo che la redenzione, operata in forza dell’amore soddisfattorio, rimane costantemente aperta ad ogni amore che si esprime nell’umana sofferenza. In questa dimensione – nella dimensione dell’amore – la redenzione già compiuta fino in fondo, si compie, in un certo senso, costantemente. Cristo ha operato la redenzione completamente e sino alla fine; al tempo stesso, però, non l’ha chiusa: in questa sofferenza redentiva, mediante la quale si è operata la redenzione del mondo, Cristo si è aperto sin dall’inizio, e costantemente si apre, ad ogni umana sofferenza. Sì, sembra far parte dell’essenza stessa della sofferenza redentiva di Cristo il fatto che essa richieda di essere incessantemente completata.>> (SD 24). So bene che non è facile riflettere sulla sofferenza e il suo valore redentivo. Per questo abbiamo bisogno di pregare: << Santo Spirito, illumina la nostra mente e donaci la “sapienza della Croce” per essere testimoni credibili anche nell’ora della sofferenza e della prova>>. Buon cammino di Quaresima!
P. Antonio Santoro omi