Frammenti di luce

10 Luglio 2020

<< Torna dunque, Israele, al Signore, tuo Dio, poiché hai inciampato nella tua iniquità. Preparate le parole da dire e tornate al Signore; ditegli: «Togli ogni iniquità, accetta ciò è bene: non offerta di tori immolati, ma la lode delle nostre labbra. Assur non ci salverà, non cavalcheremo più su cavalli, né chiameremo più “dio nostro” l’opera delle nostre mani, poiché presso di te l’orfano trova misericordia». «Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente, poiché la mia ira si è allontanata da loro… Chi è saggio comprenda queste cose, chi ha intelligenza le comprenda.>> (cfr Os 14,2-10). Dio ama profondamente il suo popolo ed ogni suo membro. Eppure, spesso, anche tra i cristiani si pensa a Dio più come un giudice, pronto a condannare, che ad un padre che ha come Suo unico obiettivo di salvare il suo popolo, di attirarlo a sé, anche quando usa espressioni forti per scuoterlo dal torpore causato dai suoi peccati. Riflettiamo sulla nostra personale esperienza di fede. Pensiamo all’idea che ci siamo fatti di Dio: un Dio lontano e giudice, oppure un Dio che fin dall’Antico Testamento non si stanca di ripeterci: <<Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva>> (Ez 33,11). Nell’evento Gesù abbiamo l’espressione massima della rivelazione dell’amore di misericordia del Padre. Ravvivati dalla divina Parola in questa consapevolezza, preghiamo: <<Dio, per il tuo amore di misericordia, salvaci dalle nostre infedeltà e le nostre labbra esprimano la gratitudine e la lode del nostro cuore>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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