Frammenti di luce

9 Luglio 2020

<< Così dice il Signore: «Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia, mi chinavo su di lui per dargli da mangiare. Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira, non tornerò a distruggere Èfraim, perché sono Dio e non uomo; sono il Santo in mezzo a te e non verrò da te nella mia ira».>> (Os 11,1-4.8c-9 ). Commuove e infonde tanta fiducia la fedeltà amorevole e tenera di Dio verso il suo popolo. Un popolo che nonostante una molteplicità di interventi salvifici da parte di Dio, rimane un popolo infedele e testardo. Il popolo si comporta come un ragazzo ribelle, capriccioso, istintivo nelle sue reazioni. Questo comportamento ci scandalizza? Il popolo non comprendeva che il suo Dio si “prendeva cura” di lui. E noi che abbiamo ricevuto la rivelazione di Dio in Gesù, non siamo anche noi spesso ribelli e testardi, tentati, distratti e attratti dagli “idoli”? Ognuno conosce i suoi “idoli”! A volte anche delle forme di religiosità possono diventare manifestazioni idolatriche… Riflettiamo su tutto ciò che si frappone tra noi e Dio che si prende sempre cura di noi, anche quando noi ci allontaniamo, anzi proprio allora Egli ci attira a sé “con legami di bontà, con vincoli d’amore”. <<Signore, fa’ che il tuo amore di compassione vinca ogni nostra resistenza e ci attiri sempre più a Te>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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