Frammenti di luce

1 Aprile 2020

<< In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». >> (cfr Gv 8,31-42 ). Essere liberi! La “libertà” penso che sia l’aspirazione più profonda dell’essere umano, perché nelle sue radici coincide col desiderio/nostalgia di Dio. La libertà manifesta la dignità più qualificante di ogni uomo e donna di ogni età e condizione. Il discorso sulla libertà è complesso; spesso è molto riduttivo perché si ritiene e si afferma che uno è libero quando può fare quello che sente e pensa, quello che lui/lei ritiene bene o male. In questo tempo di coronavirus, se riflettiamo bene, forse possiamo comprendere che la libertà ha a che fare con gli altri, con la relazione con gli altri, con ciò che è il vero bene non solo per me ma anche per gli altri. “Stare a casa”, per esempio, se da una parte viene considerato un limite alla libertà individuale, di fatto è invece espressione della natura più profonda del valore della libertà perché questa, per sua natura, è orientata sempre al bene integrale della persona che, costitutivamente, fa parte di un “corpo” : la famiglia, la società, l’umanità, la Chiesa… In questo tempo, flagellati dal covid 19, spesso ricorre questa affermazione: “Non ci si salva da soli”! Ciò significa che la mia libertà è veramente tale se è orientata ad armonizzarsi con quella degli altri per costruire il “Bene comune” . Fuori da questa prospettiva, la libertà diventa l’espressione dei propri interessi, molto spesso raggiunti a scapito degli altri o, comunque, nell’indifferenza nei riguardi del bisogno degli altri. E rimanere “legati” ai propri interessi, è segno di “schiavitù” non di libertà!
Ma cosa c’entra tutto questo con la Parola di Dio di quest’oggi? C’entra molto! Gesù ci dice che la “libertà” nasce e si alimenta non nell’adesione ad un’ <>, ad un “sentimento” o “emozione”, ma nella “relazione” con una persona, con la Sua Persona! Comprendiamo allora che “essere liberi” non è un atto individuale sganciato dal resto del “corpo”, quasi un atto istintivo, ma è frutto di un’educazione all’amore che è dono generoso di sé che interpella l’altro/a a donarsi, appunto, nella “libertà” perché insieme si superi l’egoismo di un “bene individuale e/o collettivo”. In breve: Sì, siamo davvero liberi, ma liberi di amare consapevoli di essere membra di un unico “corpo”. <. Serena giornata nella libertà di amare! P. Antonio Santoto omi

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