Frammenti di luce

26 Settembre 2019

<< «Così parla il Signore degli eserciti: Questo popolo dice: “Non è ancora venuto il tempo di ricostruire la casa del Signore!”». Allora fu rivolta per mezzo del profeta Aggèo questa parola del Signore: «Vi sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte, mentre questa casa è ancora in rovina? Ora, così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; l’operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato. Così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore». >> (cfr Aggeo 1,1-8).

Dopo l’esilio in Babilonia (538 prima di Cristo), il popolo d’Israele ritorna nella sua terra e comincia la ricostruzione del tempio, ma si sospendono i lavori per molteplici problemi. Il popolo, di fatto, riacquistata la libertà, comincia a distogliere l’attenzione dal suo Dio, Creatore e Liberatore. Capita spesso, e non solo al resto d’Israele, che quando siamo nel bisogno ci rivolgiamo a Dio, ma quando stiamo bene, o comunque non abbiamo particolari problemi, siamo attratti da tanto altro e Dio passa in secondo piano o perfino dimenticato … Il nostro Dio, che sa di che “pasta” siamo e con infinita divina pazienza si rende presente nella vita del “popolo” – di ogni popolo! -, come pure di ogni persona, per “ricordarci” che dobbiamo “costruire” o “ricostruire” la Sua “casa”. Questa è il segno tangibile della Sua Presenza e dell’identità e dell’unità di tutto il popolo, così di ogni creatura … La Sua “casa” è segno/luogo/spazio sacro della “relazione” con Lui … Rileggiamo e meditiamo il testo biblico di oggi, perché, in quest’<oggi> il nostro Dio parla a ciascuno di noi e a noi come Suo “popolo” (famiglie, comunità ecclesiali, religiose, presbiterali …). Forse, a volte, anche noi avvertiamo la presenza di Dio come un ostacolo alla nostra “tranquillità” … Questo Dio che ci richiama a mettere “ordine” nella nostra vita ci disturba … Siamo veri con noi stessi e lasciamoci “disturbare” dallo Spirito con una salutare “inquietudine” che, se accolta, ci attrae nel raggio della presenza di Dio e qualifica la nostra relazione con Dio e, di conseguenza, tutte le altre relazioni. Pertanto, possiamo pregare: <<Santo Spirito, donami quella sapienza che mi consente di riflettere bene sul mio/nostro comportamento, decidermi di costruire e ricostruire la Tua “casa” e continuamente abbellirla …>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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