Frammenti di luce

17 Settembre 2019

San Roberto Bellarmino.

<<In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante. >> (Lc 7,11-17).

Gesù nella sua vita terrena ha guarito, ma non tutti; ha ridonato la vita a persone morte, ma a pochi; ha liberato da possessioni diaboliche, ma non tutti; ha sfamato moltissime persone, ma non tutti; ha guarito e riabilitato alla vita sociale e cultuale lebbrosi, ma non tutti … Gesù agisce, andando incontro agli altri, perché sente “compassione”: egli si coinvolge nella vita delle persone che incontra: ieri in modo diretto e personalmente; nel tempo della storia, quindi nel nostro e in ogni altro tempo, luogo, situazione – Gesù mostra la Sua “compassione” – quindi “patisce” con chi soffre – soprattutto tramite chi crede in Lui e si mette alla Sua sequela. Egli – predicando, guarendo, sfamando, ecc. … – ha posto dei “segni” perché noi imparassimo ad agire come Lui, con Lui e per Lui… <<Signore Gesù, contagia il mio cuore della tua compassione … >>. Auguri e la nostra preghiera a chi porta il nome di Roberto/a. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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