5 Agosto 2019
<<In quei giorni, gli Israeliti ripresero a piangere e dissero: «Chi ci darà carne da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell’aglio. Ora la nostra gola inaridisce; non c’è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna». … Mosè udì il popolo che piangeva in tutte le famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda; l’ira del Signore si accese e la cosa dispiacque agli occhi di Mosè. Mosè disse al Signore: «Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? L’ho forse concepito io tutto questo popolo? O l’ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: “Portalo in grembo”, come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: “Dacci da mangiare carne!”. Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!».>> (cfr Nm 11, 4b-15).
Quanto è istruttivo questo racconto biblico… !! Anche per noi (sposi, genitori, sacerdoti, religiosi/e, consacrati/e, singole persone …), come per Mosè, arriva il tempo della “stanchezza”…, della “prova” …, per il compito/missione affidataci da colui che ci ha chiamato alla vita per amore e, chiamandoci all’amore, affida a ciascuno una missione particolare e, a tutti, insieme, una missione, in quanto popolo, da realizzare a favore di altri … Il popolo di Israele più attento ai beni materiali ha perso di vista il progetto di liberazione di Dio. – È anche il rischio che stiamo correndo noi cristiani! – Per questo, dimentico dei grandi prodigi di Dio, il popolo si lamenta, esasperando anche Mosè, profeta e mediatore tra Dio e loro. Mosè, sfiancato dal peso della missione presso un popolo così ingrato, arriva perfino a desiderare la morte e pregare Iddio perché gliela conceda… In questo episodio – come in tanti altri narrati – la Bibbia svela il volto profondamente umano anche dell’<uomo di Dio>… L’Autore sacro ci insegna che anche chi fa esperienze eccezionali di Dio, della relazione con Lui, non è esente da fragilità, le più diverse!! Ma, la più terribile è la mancanza di fiducia in quel Dio che ci ha chiamato, perché senza quella fiducia camminiamo sulle sabbie mobili, cioè sprofondiamo lentamente… o, comunque, le vicissitudini e situazioni della vita possono condurci alla deriva… <<Signore, non abbandonarci alla fragilità e alla durezza del nostro cuore, ma ravviva la nostra fede e fiducia in Te! >>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi