23 Luglio 2019
<< In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. >> ( cfr Gv 15,1-8).
La natura è “maestra” di vita! Gesù la prende ad esempio per dirci una verità elementare ma essenziale: Per essere cristiani, vivere come tali, e non solo chiamarci cristiani, occorre che rimaniamo ben innestati alla “vite” e ci lasciamo “potare” per portare frutto…Se vogliamo essere veri – e dobbiamo esserlo! – riconosciamo che anche all’interno del nostro mondo cristiano-cattolico prospera un “ateismo pratico”, cioè si vive come se Dio, il Dio di Gesù Cristo, non esistesse; quindi, lo consideriamo estraneo alle nostre situazioni e relazioni quotidiane ed ordinarie. Quando ciò accade nella vita di chi si dichiara cristiano, è evidente che siamo poveri tralci non uniti alla vite che sviluppano tanto fogliame senza lasciarsi potare e si predispongono così a morire … Gesù ci ha lasciato i mezzi (→ anzitutto il dono del suo Spirito, la sua Parola, i sacramenti, i suoi testimoni, le opere di misericordia da praticare …) per restare saldi nell’unione con Lui. L’ “esame di coscienza” quotidiano certamente ci è di aiuto per la verifica e la fecondità della nostra relazione con Gesù: Oggi siamo uniti alla vite, oppure … ? <<Santo Spirito, suscita in ciascun cristiano il forte desiderio di essere e restare unito alla “vite”… >>. Serena giornata! P. Antonio Santoro om