20 Luglio 2019
<< In quei giorni, gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini adulti, senza contare i bambini. Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e greggi e armenti in mandrie molto grandi. … La permanenza degli Israeliti in Egitto fu di quattrocentotrent’anni. Al termine dei quattrocentotrent’anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dalla terra d’Egitto. >> ( cfr Es 12,37-42).
Dio è fedele alla Sua promessa: Dona ad Abramo una discendenza numerosa, libera il popolo dall’Egitto, lo mette in cammino verso la “Terra Promessa” … Ma, per entrare in quella Terra, quel grande numero di Israeliti, deve diventare “popolo” … Nei quarant’anni trascorsi nel deserto, con tutte le disavventure e i prodigi vissuti, gli Israeliti maturano la coscienza di essere “popolo”, il “popolo di Dio”, scelto per una grande missione a favore di tutti gli altri popoli. Cosa, questa, che, di fatto, quel “popolo” non ha ben capito e se l’ha capita non l’ha vissuta. Con l’incarnazione del Figlio Gesù, lo stesso Dio si forma un popolo nuovo per la stessa missione di salvezza universale. È il “nuovo popolo”: la Chiesa”! Un popolo che è chiamato a prendere sempre più coscienza della sua identità e missione, ad ogni suo livello ed in ogni suo ambito di vita … Un popolo che non deve confidare nella forza dei suoi “numeri” (così come tendeva a rassicurarsi il popolo d’Israele), come è capitato lungo la storia, ma nella certezza della Presenza del Signore che lo guida e cammina in mezzo ad esso: dentro le persone e le famiglie, dentro le comunità e le aggregazioni… con la consapevolezza sempre vivificata di essere lievito di rigenerazione nella grande pasta dell’umanità di ogni tempo, luogo e cultura …<< Signore Gesù, nella coscienza della tua fedeltà sta la nostra identità e forza>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi