Frammenti di luce

22 Maggio 2019

<< Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca;>> (cfr Gv 15, 1-8).

Penso che non ci sia bisogno di spendere parole per dimostrare che quando non rimaniamo in Gesù facciamo danni a noi stessi e agli altri; sì, anche agli altri in modo diretto o indiretto perché siamo membra di un solo corpo. Quando rimaniamo rigidamente arroccati nei nostri pensieri e nelle nostre convinzioni/presunzioni, nei nostri sentimenti, emozioni e passioni, quindi, quando siamo autoreferenziali sia come singoli che come insieme di individui ( famiglie e aggregazioni di diversa natura e appartenenza …), non portiamo frutto e, comunque, se ci sarà qualche frutto, sarà acerbo … Per rimanere in Gesù, dobbiamo sceglierlo continuamente e dobbiamo lasciarci “potare”… La “potatura” ( come ci insegna l’osservazione dei processi della natura …) è condizione essenziale per la fecondità della “vite” e di ogni “vita” e “relazione”. Senza potatura c’è tanto fogliame, la pianta si indebolisce e prima o poi muore … Nella potatura ogni “vite/a” geme … Ma ogni gemito, se vissuto nella sequela di Gesù, è preludio e annuncio del nuovo e buon vino che fa lieta ogni esistenza … Oggi sono innestato nella “vite”? Mi lascio “potare” per portare più frutto? <<Signore Gesù, sii sempre tu il frutto prezioso della relazione con te, e non le “cose” … >>. Oggi memoria liturgia di Santa Rita. Auguri e la nostra corale preghiera a chi porta il nome di questa santa dei “casi impossibili”! Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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