23 Novembre 2018
<<Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra». Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».>> (Apocalisse 10, 8-11).
La Parola di Dio è un dolce alimento, ma è anche medicina che cura .. . “Divorare”: avvia un processo di interiorizzazione della divina Parola per essere vissuta ed annunciata. Ma chi è disposto veramente ad ascoltarla? Molto spesso si cerca il gusto, la dolcezza – appunto il miele ! – che la Parola produce, ma quando essa comincia a “scarnificarci” per purificarci, il processo vitale di assimilazione della Parola rischia di interrompersi fino a bloccarsi. Cosa fare? Non assecondare le resistenze, che vengono dall’avversario antico – il demonio! –, e perseverare divorando la Parola. Per la nostra riflessione è istruttivo anche un proverbio: «Una buona parola è come il miele: dolce per l’anima, medicina per il corpo». <<Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, più del miele per la mia bocca>>. Buona giornata, p. Antonio