Frammenti di luce

10 Settembre 2017

《 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni …》 (cfr Mt 18,15-20).

La “correzione fraterna”  non è facile praticarla. Essa esige grande libertà interiore e maturità umana e cristiana. Gesù nel Vangelo ci dice che l’altro,  colui che ha sbagliato e va corretto, è anzitutto un “fratello”! Molto spesso, se non c’è serenità e, quindi, libertà e carità, la “correzione” si trasforma in critica, giudizio, condanna.
Ma, senza vero amore, per quanto “vera”, nessuna “verità”  salva perché viene percepita come una sentenza di condanna.  La correzione è veramente “fraterna” (e ottiene perciò il suo effetto benefico e salvifico) quando chi viene corretto percepisce che la correzione viene fatta con rispetto e desiderio e volontà di tutelare la dignità di chi ha sbagliato.  Gesù,  che è la Verità,  salva donando tutto se stesso per ognuno di noi peccatori, adattando parole, modi, gesti,  tempi… Chi ritiene di dover “correggere” non dovrebbe mai dimenticare quello che Gesù dice ancora nel suo Vangelo a proposito della pagliuzza e della trave (cfr Lc 6,41…) …
Quanta umiltà occorre per poter correggere altri! La presunzione di essere migliore di chi ha sbagliato inquina sempre la cosiddetta correzione …
Pertanto,  la correzione esige una conversione sia in chi ha sbagliato sia in chi è chiamato a correggere.
Non possiamo non constatare come il Vangelo si conferma come una scuola di Umanità, molto fine e alta!
《Santo Spirito, insegnaci lo “stile relazionale” di Gesù,  non solo quando sarà necessario praticare la “correzione”, ma nel condividere,  nella carità, la “verità” – qualunque essa sia – nelle relazioni interpersonali, dentro le famiglie e comunità, così fuori…》.Buona Domenica! P. Antonio

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