Frammenti di luce

12 Febbraio 2016

《 Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?》(cfr Isaia 58,1-9a).

Il digiuno, nella visione biblico-cristiana, non è fine a se stesso.  Digiunare,  certamente, è un esercizio di autocontrollo e di combattimento spirituale contro le insidie del maligno. Ma, digiunare, ha un obiettivo particolare: la “condivisione” dei beni. Questa condivisione è un atto di “giustizia” verso chi è nel bisogno. Noi, di solito, quando diamo qualcosa, pensiamo di fare un atto di carità e, sotto sotto … , ci attendiamo una qualche ricompensa. La parola di Dio, però, ci mette in crisi. Spesso “spiritualizziamo”   troppo ciò che il Signore ci dice e ci indica di fare in modo molto concreto.Pensate che il testo di Isaia risale a circa 2700 anni fa! Se avessimo obbedito a quella parola di Dio, giustizia e pace avrebbero regnato – regnerebbero! – sulla terra …《Signore, siamo ancora lontani dal mettere in pratica la solidarietà che tu ci chiedi come atto di giustizia più che elemosina del nostro superfluo. Che il tuo Santo Spirito infiammi i nostri cuori così che la carità di Cristo ci spinga a superare ogni resistenza e calcolo umano》. Buona giornata, p. Antonio

 

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